Sibilla Aleramo, poetessa da (ri)scoprire

Le sue poesie possono essere considerate una testimonianza delle passioni e delle inquietudini di una donna che fece della propria libertà il valore supremo. Non un aspetto trascurabile e secondario della sua creazione letteraria, ma un altro volto della sua scrittura incentrata sul binomio vita-arte.

Anna Maria Ortese, grande poetessa “controvoglia”

«la sua intonazione più costante è una forma di accostamento ideale alla straordinaria solitudine, rimasta peraltro unica nella nostra storia letteraria, di Leopardi» Giacinto Spagnoletti

Moniza Alvi, poetessa anglo-pachistana e Mirò

Lo spunto ecfrastico (l’ecfrasi è il genere di poesia che descrive un oggetto artistico) rappresenta un interessante punto di partenza che introduce un sottile paradosso: dal momento che Joan Mirò è un pittore notoriamente astratto già l’intenzione di descrivere un suo quadro presume un atto contraddittorio e arbitrario

Arundhathi Subramaniam, poetessa anglofona indiana

Al centro della poetica dell’autrice c’è il mondo contemporaneo, la sua sfuggente rappresentazione, la questione dell’identità connessa con una visione globale (a cui è legata per necessità e virtù anche la scelta di scrivere in inglese) che rende i fenomeni della “babele metropolitana”, ricompresi in una sincronia totale senza forma né confini, un groviglio di enigmi da decifrare

“Come una sciarpa troppo lunga” di Piera Oppezzo, poetessa da (ri)scoprire

«la fiducia nello strumento del linguaggio, che è una costante della poesia e letteratura femminile emergente del Novecento (..) si esprime attraverso il rigore e la precisione dell’enunciato poetico. Caratteristica fondamentale, per stessa ammissione dell’autrice, della sua poesia è “l’espressione basata sui concetti e non sui sentimenti”» Giovanna Rosadini

Albertine Sarrazin, piccolo diamante nero

“Albertine è una ragazza fuori dal comune, esempio di rabbia di vivere e di libertà per generazioni. È la prima volta, – scrive Simone de Beauvoir – che una donna parla delle sue prigioni” Fausta Genziana Le Piane

“Suono di campana” di Pierre Reverdy

“scrive come un pittore” disse di lui Picasso. Si può capire bene perché da questi versi che evocano l’autunno, creando una suggestione della realtà attraverso le immagini, cercando di penetrare nel profondo “la sublime semplicità del reale”. Come un disegno di Braque o di Picasso, questa poesia sospende un istante dell’universo, lo fissa e lo condensa in tal modo da lasciare apparire l’essenza svelata della cosa. – Fausta Genziana Le Piane

“L’eccesso di memoria” di Ewa Lipska

“Ewa Lipska ha un rapporto del tutto originale con la contemporaneità che accoglie e asseconda ma da cui, in qualche misura, prende le distanze, quasi a volerla percepire con maggior forza e accuratezza da un diverso angolo virtuale e temporale. Fin dalle liriche dei primi anni, infatti, il suo linguaggio rompe gli schemi mentali con cui si è abituati a classificare le cose, a registrarle e, talora, anestetizzarle nella nostra coscienza” Marina Ciccarini

Leonard Cohen, poeta prima e soprattutto

Quando nel 2016 il premio Nobel alla letteratura venne assegnato a Bob Dylan, si levarono alcune voci critiche. Tra queste, alcuni sostenevano che se vi fosse un cantautore ad avere meritato il premio, questi sarebbe stato Leonard Cohen.

Halina Poświatowska, voce appassionata dalla Polonia

“Halina fu la poetessa dei giovani. Debuttò nel 1956 come tipica rappresentante dell’esistenzialismo. La sua breve biografia creò la leggenda di una autrice morta troppo giovane, ma che riuscì a descrivere il suo amore, l’incompiuto, l’inquietudine, il desiderio erotico, la consapevolezza della morte” Iwona Smolka

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