SOTTO IL PONTE MIRABEAU

Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amori
Me lo devo ricordare
La gioia veniva sempre dopo il dolore

Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango

Le mani nelle mani faccia a faccia restiamo
Mentre sotto
Il ponte delle nostre braccia passa
L’onda stanca degli eterni sguardi

Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango

L’amore se ne va come quest’acqua corrente
L’amore se ne va
Com’è lenta la vita
E come la Speranza è violenta

Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango

Passano i giorni e passano le settimane
Né il tempo passato
Né gli amori ritornano
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna

Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango

SOUS LE PONT MIRABEAU

Sous le pont Mirabeau coule la Seine
Et nos amours
Faut-il qu’il m’en souvienne
La joie venait toujours après la peine

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

Les mains dans les mains restons face à face
Tandis que sous
Le pont de nos bras passe
Des éternels regards l’onde si lasse

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

L’amour s’en va comme cette eau courante
L’amour s’en va
Comme la vie est lente
Et comme l’Espérance est violente

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

Passent les jours et passent les semaines
Ni temps passé
Ni les amours reviennent
Sous le pont Mirabeau coule la Seine

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure.

Guillaume Apollinaire, Poesie, a cura di Renzo Paris, Newton Compton Italiana, 1973, pp. 88-89

Guillaume Apollinare (Guillelmus Apollinaris Albertus), nato a Roma nel 1880, era figlio naturale di Angelica de Kostrowitzky, aristocratica polacca cresciuta a Roma e di un italiano, forse un ufficiale borbonico, molto più anziano di lei. Il ragazzo segue la madre in Costa Azzurra, poi a Parigi nel 1899. Per guadagnarsi da vivere accetta lavori umili. Ancora a Parigi, dopo un soggiorno in Germania, frequenta gli ambienti artistici ed incontra tutti quelli che cercano un’arte nuova in letteratura (Léon-Paul Fargue, Max Jacob, Alfred Jarry) come in pittura (Picasso, Derain, Vlaminck). Quando scoppia la guerra Apollinaire parte come volontario, è ferito alla testa e torna a Parigi dove muore nel 1918, il giorno prima dell’armistizio. Quella di Apollinaire è una figura chiave nella storia della letteratura e dell’arte del ‘900 nel passaggio tra una sensibilità simbolista e lo sperimentalismo assoluto delle avanguardie, che in quegli anni trarranno esempio e ispirazione da lui.

Le pont Mirabeau fa parte della raccolta Alcools, il suo capolavoro, pubblicata nel 1913. A proposito di questo libro Duhamel scrisse: una bottega di rigattiere, una folla di oggetti eterocliti. Nel corso della correzione delle bozze Apollinaire sistematicamente soppresse ogni punteggiatura: questo fatto fu considerato come un’innovazione notevole, segnò una data importante anche se Mallarmé aveva fatto qualche cosa del genere: il ritmo stesso e il taglio dei versi ecco la vera punteggiatura.

Poesia famosissima, studiata a scuola come esempio di lirica moderna, musicale che esprime in modo lieve il passare senza ritorno del tempo, sia esso lento o veloce, ma non solo del tempo, anche dell’amore stesso. Questo richiamo alla sofferenza personale è romantico (era quella l’ epoca della rottura progressiva di Apollinaire da Marie Laurencin) così come l’immagine dell’acqua che passa è il simbolo di un necessario svanire. Il poeta è l’unica figura certa in questa poesia, poeta che qui è qualcosa di fisico, di massiccio, di presente: può passare tutto, ma lui rimane, appunto demeure. Resta cioè il ricordo, la memoria.

La forma è usata in modo abile e la versificazione è quasi regolare come il felice effetto della punteggiatura soppressa proprio in questa poesia della fluidità. Alle strofe si alterna il refrain, espressione rapida e discreta. Solo il secondo verso di ogni strofa, che lascia in sospeso una terminazione maschile, determina una pausa molto felice: prova di un lavoro cosciente e di una grande ricerca ritmica finale.

Fausta Genziana Le Piane©