«Farfalla, poesia»

Nell’aria se ne stava
tenue, imprecisa, la poesia.
Altrettanto imprecisa
giunse la farfalla notturna,
né bella né nefasta,
a perdersi in mezzo a paraventi di carte.
La sminuzzata, debole cintura di parole
si dissipò con lei.
Torneranno entrambe?
Forse più avanti nella notte,
se non vorrò più scrivere
qualcosa che sia più nefasto, magari,
di quella farfalla nascosta
che fugge la luce, come le Gioie.

«Mariposa, poema»

En el aire estaba
impreciso, tenue, el poema.
Imprecisa también
llegó la mariposa nocturna,
ni hermosa ni agorera,
a perderse entre biombos de papeles.
La deshilada, débil cinta de palabras
se disipó con ella.
¿Volverán ambas?
Quizás, en un momento de la noche,
cuando ya no quiera escribir
algo más agorero acaso
que esa escondida mariposa
que evita la luz, como las Dichas.

da Procura de lo imposible (Fondo de Cultura Económica, México 1998), traduzione di Stefano Strazzabosco

Nacque a Montevideo il 2 novembre 1923, in una famiglia cosmopolita e colta di origini italiane ma ormai da quattro generazioni in Uruguay. Ida Vitale, poetessa, saggista e traduttrice (tradusse dal francese e dall’italiano opere di Pirandello, Simone de Beavuoir), partecipò all’incontro con Juan Ramón Jiménez insieme a quegli scrittori che formeranno la cosiddetta “Generazione del ’45” (della quale faceva parte anche Idea Vilariño e Mario Benedetti) termine che sta a indicare un raggruppamento di intellettuali che condivideva una apertura verso le novità dell’arte e della cultura che provenivano dall’Europa, una matrice comune politico-culturale di sinistra e un’attenzione particolare alle tematiche legate alla città moderna. Ancora più importante fu per questa generazione un’altra figura dell’emigrazione spagnola, il poeta e saggista José Bergamin, che visse a Montevideo stabilmente tra il 1945 e il 1954.  Dopo la laurea, Ida cominciò a lavorare come insegnante di Lettere, cosa che continuò a fare fino al 1973. Nel 1949 debuttò con la sua prima raccolta di poesia La luz de esta memoria e l’anno successivo si sposò con il critico letterario Ángel Rama, uno dei maggiori studiosi della letteratura ispanoamericana (la coppia mise al mondo due figli, Amparo, nel 1951 e Claudio, nel 1954). Collaborò alla rivista «Marcha», una delle più importanti nel subcontinente latinoamericano, punto di riferimento per gli intellettuali della generazione del ’45  (vi collaborò anche Mario Benedetti e Idea Vilariño); tra il 1962 e il 1964 ha diretto la pagina letteraria del quotidiano «Época»; è stata codirettrice delle riviste «Clinamen» e «Maldoror». Nel 1974, a causa delle repressioni messe in atto dalla dittatura dopo il colpo di stato del 1973, ha dovuto lasciare l’Uruguay per stabilirsi in Messico, dove conobbe Octavio Paz, entrando a far parte della rivista «Vuelta» diretta dal poeta messicano. Nel 1984 tornò in Uruguay ma nel 1989 si è trasferita ad Austin, in Texas, col suo secondo marito Enrique Fierro, anche lui scrittore e poeta.
Nel 2009, insieme con Ramón Xirau, ha ricevuto il Premio internazionale di poesia e saggistica Octavio Paz; nel 2014 ha le è stato attribuito il Premio Alfonso Reyes e nel maggio 2015 il prestigioso Reina Sofia de Poesía Iberoamericana. La sua poesia è stata definita “esencialista”, caratterizzata dalla estrema concisione dell’enunciato. Solo sporadicamente, e in modo molto marginale, la sua produzione poetica fu legata all’attualità e alla militanza politica. Nelle sue brevi poesie, nelle quali è possibile ravvisare echi simbolisti e surrealisti, l’ironia rappresenta una componente fondamentale. Anche per questo la farfalla della poesia in questione può essere considerata la migliore esemplificazione della sua poesia.