La difesa del poeta
Signori giurati sono un poeta
un multipetalo urlo un difetto
e vado con una camicia di vento
al contrario dello scheletroSono un vestibolo dell’impossibile un lapis
di spavento immagazzinato e per chiudere
con la pazienza dei versi
dentro di me aspetto di vivereSono in codice l’azzurro di tutti
(cuoio conciato di cicatrici)
un’avaria che canta
nella macchinetta dei feliciSignori banchieri siete la città
il vostro infarto io sarò
non esiste città senza il parco
del sonno che rubato vi hoSignori professori che avete messo
in premio la mia rara edizione
del rapirmi in bambini che salvo
dall’incendio della vostra lezioneSignori tiranni che del lavoro
di tornare in polvere i re siete
sono un poeta mi gioco ai dadi
vinco i paesaggi che non vedreteSignori eroi fino ai denti
esercizio puro di nessuno
la mia codardia è aspettarvi
qualche strofa più lontanoSignori tre quattro cinque e sette
qual paura v’ha messo in tal disposizione?
qual timore ha chiuso il ventaglio
della vostra, in quanto uomini, distinzione?Signori giudici che la penna nell’inchiostro
della natura non sapete bagnare
non prendete a sassate il mio uccello
senza che la mia difesa lui possa cantareSono un’istantanea delle cose
sorprese in delitto di perdono
la radice quadrata del fiore
che schiacciate in strette di manoSono un’impudenza a tavolo messa
di un verso dove io lo possa elaborare
O sottoalimentati del sogno!
la poesia è da mangiareA defesa do poeta
Senhores jurados sou um poeta
um multipétalo uivo um defeito
e ando com uma camisa de vento
ao contrário do esqueletoSou um vestíbulo do impossível um lápis
de armazenado espanto e por fim
com a paciência dos versos
espero viver dentro de mimSou em código o azul de todos
(curtido couro de cicatrizes)
uma avaria cantante
na maquineta dos felizesSenhores banqueiros sois a cidade
o vosso enfarte serei
não há cidade sem o parque
do sono que vos roubei.Senhores professores que pusestes
a prémio minha rara edição
de raptar-me em crianças que salvo
do incêndio da vossa lição.Senhores tiranos que do baralho
de em pó volverdes sois os reis
sou um poeta jogo-me aos dados
ganho as paisagens que não vereis.Senhores heróis até aos dentes
puro exercício de ninguém
minha cobardia é esperar-vos
umas estrofes mais além.Senhores três quatro cinco e sete
que medo vos pôs por ordem?
Que favor fechou o leque
da vossa diferença enquanto homem?Senhores juízes que não molhais
a pena na tinta da natureza
não apedrejeis meu pássaro
sem que ele cante minha defesa.Sou um instantâneo das coisas
apanhadas em delito de perdão
a raiz quadrada da flor
que espalmais em apertos de mão.Sou uma impudência a mesa posta
de um verso onde o possa escrever.
Ó subalimentados do sonho!
A poesia é para comer.1970
Natália Correia nasce a São Miguel (Azzorre) nel 1923; nel 1934, a undici anni, abbandona l’isola e si trasferisce con la madre e la sorella (il padre parte per il Brasile) a Lisbona. Il suo temperamento irriverente le crea problemi a scuola, dalla quale verrà espulsa (sarà costretta a proseguire gli studi privatamente). Dal 1943 comincia a lavorare insieme alla sorella al Rádio Clube Português, una radio fondata nel 1931 dall’ufficiale dell’esercito Julio Botelho Moniz. Natália, malgrado la giovane età, si mise in luce per la sua forte personalità, per le sue capacità oratorie e per le sue prese di posizione in favore della libertà d’espressione. Due anni dopo, nel 1945, pubblica il romanzo per l’infanzia As Aventuras de um Pequeno Herói. Nel 1946, subito dopo la fine della guerra, entra nel MUD (Movimento di unità democratica, un movimento di opposizione nato nel 1945 con l’autorizzazione del governo, ma che poi venne sciolto nel 1948 col pretesto dei suoi legami con l’illegale Partito comunista portoghese) e nello stesso anno pubblica il romanzo Anoiteceu no Bairro. Nel 1947 esce Rio de Nuvens, sua prima raccolta di poesie. Al 1952 risale la piéce teatrale Sucubina ou a Teoria do Chápeu, a cui seguono i poemi drammatici Progresso de Édipo (1957) e Comunicaçao (1959). Nel 1955 esce Poemas, la sua seconda silloge, e al 1958 risale il suo saggio Poesia. De arte e Realismo poetico. Nel 1966, a causa della pubblicazione della Antologia da Poesia Erótica e Satirica: Dos Cancioneros Medievais à la Actualidade venne condannata a tre anni di reclusione con sospensione della pena. Natalia Correia, figura poliedrica (fu anche giornalista, saggista, autrice di memorie), divenne un imprescindibile punto di riferimento della scena letteraria portoghese del dopoguerra.
A proposito della sua poesia, Vincenzo Barca scrive «Si inscrive però all’interno di una tradizione letteraria profondamente conosciuta che va dalla tragedia greca (traduce Eschilo, Sofocle ed Euripide) alla lirica medievale, al sonetto cinquecentesco, alla satira del Barocco iberico fino alla rivoluzione romantica dell’”io”». (da: Antologia della poesia portoghese e brasiliana, Gruppo editoriale l’Espresso, 2004, p. 345). Lo stesso Barca definisce in modo sintetico la sua poesia “viaggio di ritorno alle sorgenti della tradizione”. Il tema autobiografico è uno dei più ricorrenti nella sua produzione poetica, ma sotto la maschera del personaggio del poeta. Scrive a proposito Maria da Graça Gomes de Pina in Una maga dalle parole alate. Studio su Natália Correia: «Nella raccolta che fece di quasi tutta la sua poesia, poco prima di morire, ci ha lasciato alcuni tratti rilevanti della sua biografia, ossia autoritratti che la rappresentano nell’atto di essere poeta e di fare poesia, che mi indurrebbero a pensare che il tema autobiografico era un indumento particolare che nascondeva la dimensione universale dell’essere poeta» (Aracne editrice, Roma 2018, p. 24). La poesia fu al centro della sua biografia intellettuale. Dotata, tra l’altro, di una notevole abilità nel maneggiare la lingua, la rima e le assonanze, Natália Correia seppe coniugare in modo coerente e conseguente le sue passioni civili (fu deputata nelle file del Partito Social Democratico tra il 1980 e il 1991) e quelle letterarie.
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