Calcedonia
La pietra che si scrolla la sua forma,
emula l’acqua e ciò che fugge effigia,
è al suo essere di gravida materia
come la voce
che dalle labbra supera il momento
per farsi spazio vibrante di suoni.
Attraverso il poeta senza limite alcuno
nasce in corpo abbagliante la poesia
mentre lui tace vinto dal pudore,
tutto nel dono che lo rende umile.Calcedonia
La piedra que su forma se sacude,
emula el agua y lo fugaz dibuja,
es a su ser de grávida materia
como la voz
que rebasa de los labios el momento
para tomarse espacio en vibración sonora.
Sin límite ninguno a través del poeta
nace el poema en cuerpo deslumbrante
mientras aquel se calla pudoroso,
todo entrega del don que le hace humilde.Corto circuito
Cos’è essere poeta?
Forse emettere come il vento la voce
o come la rosa il respiro intrattenibile.
Forse captare infinite parole
nel rumore marino
o vivere nel pulsare del silenzio.
Forse conoscere intimamente il fulgore
e così restarsene all’oscuro, immutabili,
dando udienza nelle tenebre a sconcertanti visitatori
quando va via la luce,
dato che gli occhi vedono in tutti i modi
e il verbo del buon aedo non ha bisogno nemmeno
di uno straccio di vela.
Dicono di Omero…Corto circuito
¿Qué es ser poeta?
Tal vez emitir como el viento la voz
o como la rosa el perfume indetenible.
Tal vez detectar infinitas palabras
en el rumor marino
o vivir en el pulso del silencio.
Tal vez conocer íntimamente el fulgor
y así quedarse a oscuras, inmutable,
recibiendo en tinieblas a desconcertados visitantes
cuando se va la luz,
ya que los ojos ven de todos modos
y el buen aeda no necesita para el verbo
ni de un cabo de vela.
Dícese de Homero…
Tratta da Vivere, traduzione di Carlo Ferrucci, Edizioni Ponte Sisto, Roma 2010, pp. 20, 89
L’autrice di queste poesie dalle implicazioni meta-poetiche è Clara Janés, nata a Barcellona nel 1940, figlia del poeta ed editore José Janes, che morì in un incidente automobilistico nel 1959. L’anno successivo Clara si trasferì a Pamplona, dove proseguì gli studi in lettere e filosofia che aveva cominciato a Barcellona e che terminò alla Sorbona di Parigi con un master in letterature comparate. In questo periodo, nel 1964 (anno in cui si trasferì a Madrid, dove continua a risiedere fino ad oggi), esce la sua prima raccolta di poesia Estrella vencida. In questa prima fase, sia in relazione ai suoi studi che alle prime esperienze di scrittura poetica, furono i mistici spagnoli (soprattutto Teresa de Jesus) e alcuni autori del Siglo de oro (soprattutto Francisco de Quivedo) al centro dei suoi interessi. Una grande importanza nello sviluppo della sua biografia intellettuale lo ebbe l’incontro con il poeta ceco Vladimir Holan, al punto che cominciò a studiare il ceco per tradurlo (nel 1997 vinse il Premio nazionale per la sua attività di traduttrice) e nel 1986 gli dedicò la raccolta di poesie Kempa (l’isola sul fiume Moldava, a Praga, dove il poeta visse in una condizione di auto-clausura dal 1948 fino alla morte). Al poeta praghese è legato il filone notturno e visionario della raccolta Libro de alienaciones (1980). La raccolta del 1981, che si intitola Eros è dedicato all’amore, ma in una concezione totalizzante, cosmica, per alcuni versi analoga a quella espressa dai mistici spagnoli del XVII secolo. La raccolta Vivir, del 1982, uscita in Italiano nel 2010, e ristampata nel 2006, rappresenta il vertice della sua creazione letteraria (vinse il premio Ciudad de Barcelona nel 1983). Ne fanno parte i due componimenti citati, nei quali l’autrice ci offre un’importante chiave di lettura della sua poetica. La prima, Calcedonia, si riferisce a un minerale che veniva usato nell’antichità per la produzione di cammei e che si presenta sotto forma di cristalli incrostati (a ciò si riferisce il primo verso: “la pietra che si scrolla la sua forma”). Esemplifica bene quella che Carlo Ferrucci, il curatore della traduzione di Vivir, definisce una caratteristica saliente di questa raccolta: «il ricorso a un linguaggio il più possibile corporeo, o meglio, e più radicalmente, materico, che lungo tutta la raccolta torna continuamente a ribadire la volontà della parola di Clara Janés di farsi – sulla spinta dell’amore totale si cui si è detto e al pari dei fiori le piante le pietre – carne e ossa e sangue della terra» (da Introduzione, op. cit., p. 7).
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