SAFFO

Quando imbrunisce un giorno
in cui hai lavorato molto,
o che ti ha duramente gravato
di tedio,
guardi la stella del pastore, e pensi
alla piccola Saffo, le sue poesie
rosicchiate dal tempo, però
con due o tre parole nette,
come un vulcano e sangue ardente.
Le dici al suo barlume che ti ricordi
che chi visse e si chiamò Saffo
non scrisse nell’acqua nera,
ma che ancora riecheggia
il suo amore nelle tue viscere.

SAFO

Cuando anochece un día
en que has bregado mucho,
o te ha cargado duramente
con el tedio,
miras la estrella del pastor, y piensas
en la pequeña Safo, sus poemas
roídos por el tiempo, pero
con dos o tres palabras netas,
como un volcán y sangre ardiente.
Le dices a su vislumbre que te acuerdas
de que quien vivió y se llamó Safo
no escribió en agua negra,
sino que aún retumba
su amor en tus adentros.

tratta dalla raccolta EL TIEMPO DE EURÍDICE (1996)

José Jiménez Lozano è stato un importante giornalista e scrittore spagnolo nato a Langa, in provincia di Avila, il 13 maggio del 1930 e morto a Valladolid il 9 marzo del 2020.
Laureatosi in Diritto all’Università di Valladolid e in Lettere e filosofia all’Università di Salamanca, iniziò negli anni ’60 a lavorare come redattore al giornale «El Norte de Castilla», elemento che potremmo definire “trait d’union” con altre personalità di spicco del mondo letterario spagnolo, quali Miguel Delibes (Premio Cervantes 1993), Francisco Umbral (Premio Cervantes 2000) e José Luis Martín Descalzo (Premio Nadal 1956).

Lozano vinse diversi premi per il giornalismo e divenne successivamente Direttore de «El Norte de Castilla».
Per quanto riguarda la sua produzione letteraria, ci troviamo di fronte a un autore che si è espresso in diversi generi con lucidità e genialità, riuscendo sempre a distinguersi per il linguaggio semplice e in qualche modo classico, ottenendo il Premio Miguel de Cervantes nel 2002.

Jiménez Lozano fu un appassionato lettore di Azorín, Gabriel Miró e di Juan Ramón Jiménez, subì anche le influenze di altri autori illustri quali Pascal, Cartesio, Erasmo da Rotterdam, Spinoza, Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce.Il cuore dell’uomo sembra essere il grande protagonista delle sue opere, l’essere umano con le sue passioni, i suoi aneliti, le sue speranze e sofferenze. Leggendo i suoi racconti non si può non notare lo sguardo profondamente partecipe e compassionevole verso gli emarginati della storia. Molto forte anche la dimensione religiosa, quasi mistica.
Come narratore, si interessa dapprima ad alcuni momenti significativi della vicenda dei credenti e dei loro rapporti con la società e le istituzioni ecclesiastiche. Historia de un otoño, del 1971 è, ad esempio, la visione romanzata del dramma dei giansenisti. El sambenito del 1972, descrive i dubbi di coscienza sorti attorno al processo inquisitoriale contro il politico illuminista Pablo de Olavide nel 1778.
Più tardi concentrerà la sua attenzione sul mondo rurale della natia Castiglia, la Castiglia del Lazarillo de Tormes e di Santa Teresa di Avila, lontana e opposta alla Castiglia dei Re cattolici o dei falangisti.
Nascono così romanzi come La salamandra del 1973, Duelo en la casa grande del 1982, La boda de Àngela del 1993, Teorema de Pitágoras del 1995, Las sandalias de plata, del 1996, Los compañeros del 1997, Ronda de noche, del 1998, Las señoras, del 1999 e Un hombre en la raya, del 2000.
Sulla stessa linea si collocano le raccolte di racconti El santo de mayo, del 1976, El grano de maíz rojo, del 1988 e il ciclo Los grandes relatos, del 1991.

Per quanto riguarda, invece, la sua attività poetica, possiamo affermare che Lozano sia stato un poeta tardivo, avendo pubblicato la sua prima raccolta di poesie quando aveva già superato i sessant’anni, forse per eccesso di pudore. Tra le sue opere poetiche ricordiamo le raccolte Tantas devastaciones del 1992, Un fulgor tan breve, del 1995, El tiempo de Eurídice del 1996, da cui è tratta la citata lirica, Pájaros del 2000 ed infine Elegías menores, del 2002. Tale ritardo nella pubblicazione probabilmente gli impedì di ottenere l’attenzione che avrebbe meritato, essendo all’epoca scrittore e saggista già affermato. Di fatto, i suoi componimenti poetici passarono in secondo piano rispetto alle opere in prosa, tuttavia, i suoi versi si distinguono per una voce poetica unica, autentica e magistrale.
Lo sguardo poetico di Lozano è limpido, profondo, permeato di una trascendenza che definirei compassionevole nei confronti dell’essere umano.
Nonostante le sofferenze umane che Lozano ci racconta nelle sue opere, i suoi testi sembrano ricordarci che la bellezza esiste, che la vita è piena di orrori ma che sicuramente vale la pena viverla avendo fiducia nella natura umana, nel potere redentore dell’uomo.

Francesca Romana Rotella